La pensione di reversibilità non sarà più ricca come prima: quanto perderemo e soprattutto chi perderà di più?
Per molte famiglie la pensione di reversibilità è spesso un preziosissimo strumento di sostegno economico dopo la morte di chi godeva della pensione e contribuiva in maniera decisiva alle spese del nucleo familiare. Il principio di reversibilità permette infatti ai paranti più prossimi del defunto di continuare a percepire una parte della pensione anche dopo la sua morte, sulla base del grado di parentela che il singolo “erede” vantava con il defunto. Più ampio è il nucleo familiare che faceva affidamento sulla pensione del defunto, più alta sarà la percentuale che lo Stato continuerà a versare alla famiglia per assicurarne il sostentamento.
Più nello specifico il coniuge del defunto riceve la maggior parte della sua pensione, mentre i figli ne ricevono una percentuale minore. Se il nucleo familiare è formato da più figli minori, la percentuale della reversibilità arriva quasi a sfiorare il 100%.
Purtroppo però sono state introdotte delle pesanti modifiche al sistema di calcolo della reversibilità e si tratta di modifiche al ribasso. Questo implica che le famiglie potranno ricevere quantità minori di denaro e, quindi, potranno permettersi un tenore di vita più basso che in precedenza.
Nel 2024 la pensione di reversibilità sarà pesantemente decurtata sulla base di requisiti di reddito recentemente stabiliti. Per calcolare quanta parte della pensione originale spetta alla famiglia superstite, è necessario dichiarare tutti i redditi assoggettati ad IRPEF di cui è titolare il richiedente della pensione di reversibilità, e che di solito è il coniuge del defunto.
A seconda della fascia di reddito in cui si ricade saranno operati dei tagli alla pensione originaria:
Della somma mensile che resta a seguito dei tagli, il 60% spetta al coniuge superstite il quale, ottenendo la percentuale più alta della pensione di reversibilità, è anche il soggetto che perde più denaro rispetto al passato. Anche il coniuge separato o divorziato (ma in questo caso solo se riceve l’assegno di mantenimento e che non si è risposato) ha diritto alla pensione di reversibilità, cn i tagli relativi.
Se il coniuge superstite ha un figlio a carico gli spetterà l’80% della pensione del defunto, mentre gli spetterà il 100% se i figli a carico sono più di uno.
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