Un report ha analizzato l’operato dei social network sulla disinformazione legata al clima: X di Elon Musk si è classificato all’ultimo posto.
Viviamo nell’epoca dei negazionisti. La pandemia da Covid-19, infatti, ci ha fatto conoscere questa categoria. Un folto numero di persone che negano l’esistenza sostanzialmente di ogni cosa, anche di fronte a evidenze scientifiche piuttosto solide e probanti. Oggi scopriamo che X, il social di Elon Musk sembra essere quello che opera la maggiore disinformazione sui temi ambientali.
Eppure, appare ormai innegabile che il mondo ci stia lanciando messaggi chiarissimi sugli effetti devastanti che il riscaldamento globale potrebbe avere e, in realtà, già ha avuto, con eventi estremi sempre più frequenti e ricorrenti. Serve, evidentemente, il contributo di tutti. Dei governanti internazionali, che devono prendere provvedimenti per abbassare le emissioni di di anidride carbonica, responsabili di gran parte dell’inquinamento atmosferico.
Ma serve il contributo anche di chi veicola le notizie, che non devono essere mai fuorvianti, soprattutto su temi così delicati. Ma, mentre YouTube, Meta e TikTok si stanno attivando per combattere le falsità sul clima (ma ancora non hanno attivato la moderazione dei contenuti), X di Elon Musk (come è noto, l’ex Twitter) sta facendo un lavoro di gran lunga peggiore, come mostra un nuovo rapporto.
Riscaldamento globale: X di Elon Musk principe della disinformazione
Alcuni mesi fa, il patrón di Tesla, Elon Musk ha acquistato quello che è sempre stato il suo social network preferito, Twitter, non senza polemiche e querelle giudiziarie. Dopo pochi mesi gli ha pure cambiato il nome, appellandolo come X ed è spesso al centro di polemiche relative alla disinformazione che verrebbe veicolata senza alcun controllo. X, infatti, sembra non avere politiche chiare su cosa fare con tali contenuti e non è trasparente su quali azioni vengano prese in merito.
Secondo un’analisi pubblicata da una coalizione di gruppi ambientalisti e ricercatori nota come Climate Action Against Disinformation, su un totale di 21 punti, Pinterest si è classificato al primo posto con 12 punti, seguito da TikTok (nove punti), dalle piattaforme Facebook e Instagram di proprietà di Meta (otto punti) e YouTube (sei punti). X è arrivato ultimo in classifica, guadagnando un solo punto.
I ricercatori hanno valutato le piattaforme in base all’efficacia con cui moderano informazioni fattivamente errate sul clima, utilizzando una combinazione di linee guida della comunità dell’azienda, politiche sui termini di servizio, comunicati stampa, articoli di notizie e ricerche indipendenti. Nel caso di X/Twitter, l’acquisizione dell’azienda da parte di Elon Musk ha creato incertezza su quali politiche siano ancora in vigore e quali non lo sono, è la linea dei ricercatori. X, infatti, al momento non vieta esplicitamente gli annunci che promuovono la negazione dei cambiamenti climatici.