Quest’anno si prevedono circa 6 milioni di infezioni da influenza tradizionale: ecco i sintomi da riconoscere e non sottovalutare.
È un’incognita il modo in cui il nostro Paese reagirà ai prossimi mesi sotto il profilo sanitario. Questo perché, sebbene la pandemia da Covid-19 sia stata ufficialmente chiusa, il virus continua a mordere. Non solo, autunno e inverno sono, notoriamente, quelli dei picchi che riguardano l’influenza stagionale. Ecco i sintomi da non sottovalutare.
Lockdown, restrizioni, mascherine e distanziamento sociale avevano reso molto meno temibile e diffusa l’influenza stagionale nel 2020 e nel 2021. Ma già l’anno scorso avevamo registrato numeri importanti, con una sintomatologia che, soprattutto per i soggetti più fragili, è stata molto dura da gestire. Quest’anno gli esperti valutano che l’influenza stagionale possa toccare i 6 milioni di casi.
Come ogni anno, gli esperti consigliano, soprattutto per gli anziani e le persone con altre patologie, di procedere al vaccino per l’influenza stagionale che, stando alle stime, dovrebbe arrivare nel mese di novembre. Ecco i sintomi cui prestare particolare attenzione, rivolgendosi immediatamente al proprio medico curante, che saprà sicuramente fornire la terapia adeguata per affrontare e sconfiggere il virus.
Influenza 2023: i sintomi da non sottovalutare
Se la stagione autunnale e invernale viene pronosticata dagli esperti come di media intensità, quello che, ovviamente, preoccupa maggiormente è il sovrapporsi dell’influenza stagionale con il Covid che sta ancora circolando e che continuerà sicuramente a circolare nei mesi verso cui stiamo correndo. Sul punto, nonostante il virus venuto dalla Cina sembra essere meno virulento rispetto al passato, per determinate categorie i virologi continuano a consigliare la vaccinazione: parliamo di over 60, fragili, operatori sanitari e donne in gravidanza.
Quanto, invece, all’influenza classica, questa dovrebbe comparire tra alcune settimane con i sintomi che ormai ben conosciamo: febbre, almeno un sintomo come dolori muscolari o articolari e uno respiratorio come raffreddore, mal di gola o tosse. Ma bisogna fare molta attenzione a distinguerla da una serie di virus “cugini”, che sono i cosiddetti virus parainfluenzali. Questi presentano febbre più bassa, naso che cola o chiuso e, a volte, problemi intestinali.
Per questo, gli esperti sottolineano l’importanza della vaccinazione contro l’influenza tradizionale. Le operazioni dovrebbero iniziare già nel mese di ottobre ormai alle porte, in modo tale da avere la copertura necessaria a partire da novembre, quando l’influenza dovrebbe circolare in maniera abbastanza estesa e indiscriminata.