Novità per tutte le lavoratrici con la nuova Opzione Donna. Cosa bisogna sapere sulle modifiche introdotte dal Governo quest’anno.
Sono numerose le novità apportate dal nuovo esecutivo sui vari sussidi destinati agli italiani. Tra questi troviamo anche quelle destinate ad “Opzione Donna”, con le lavoratrici che perderanno alcuni benefici. Andiamo a scoprire che cosa bisogna sapere sulle ultime politiche adottate dal Governo.
Ad oggi l’Italia sta cercando di tutelare quanto più possibile le lavoratrici di sesso femminile, andando a colmare quel gap con la controparte maschile che ormai è inaccettabile. Si è cercato di procedere in questo senso con la misura “Opzione Donna” vale a dire quel beneficio consentito alle lavoratrici di ottenere la pensione di anzianità con requisiti anagrafici più favorevoli rispetto a quelli in vigore. Per accedere si dovevano maturare ben 35 anni di contribuzione a qualsiasi titolo. Inoltre le lavoratrici che volevano accedere dovevano avere almeno 57 anni d’età se dipendenti, 58 se autonome.
Negli ultimi mesi non si faceva altro che parlare di una possibile proroga, il problema però sorge nel momento in cui chi accede alla pensione con questo beneficio vedrà il suo importo essere ridotto. Infatti l’esecutivo ha voluto ragionare sull’estensione della platea beneficiaria, con il ricalcolo contributivo che però non verrà eliminato dalla misura. Insomma viene richiesto un sacrificio a tutte quelle lavoratrici pronte ad andare in pensione qualche anno prima. Andiamo quindi a vedere cosa perderanno tutte le lavoratrici che scelgono Opzione Donna.
Lavoratrici, cosa si perde con Opzione Donna: le novità dal Governo
Il Governo è quindi pronto a chiedere un sacrificio a tutte quelle lavoratrici che sono pronte ad accedere alla pensione con ‘Opzione Donna’. Adesso però sono tantissime le interessate che si sono chieste a quanto ammonta il taglio, in modo tale da capire se è vantaggioso o meno sfruttarla. Sugli oltre 16 milioni di pensionati solo 174mila sono riuscite ad essere liquidate con questo beneficio a causa di un difetto di importo.
Visto che viene erogata con il sistema contributivo fa perdere molti soldi di assegno alle lavoratrici a cui sarebbe convenuto il più favorevole calcolo misto. In questo modo le donne sono scoraggiate dall’utilizzare questa opzione per diverse ragioni a partire da un taglio che si attesta sul 30%. Questo numero spunta fuori dal rapporto annuale dell’Inps presentato a Montecitorio. In media su dieci donne solamente una ha deciso di sfruttare Opzione Donna per andare in pensione.
Per questo la media delle pensioni pagate in questa maniera è del 40% più bassa, visto che solo con il calcolo contributivo si arriva a perdere oltre il 30%. Inoltre l’anticipo della pensione incide anche sui contributi versati che sono minori. Infatti è facilmente intuibile che chi va in pensione prima versa anche meno contributi. Considerando anche l’età d’uscita, èiù bassa rispetto alla media, per ogni donna risulta sfavorevole andare in pensione con questa opzione.