I fatti tremendi degli ultimi giorni hanno fatto schizzare alle stesse i numeri delle vendite di questo prezioso dispositivo.
Le cronache dei nostri giorni ci spingono verso riflessioni che probabilmente anni fa sarebbero state assolutamente inimmaginabili. Il tema della violenza sulle donne è sempre più che mai centrale. Il bracciale anti violenza, oggi, rappresenta una importantissima arma di difesa.
Il dispositivo in questione si chiama WinLet, rappresenta a pieno titolo uno strumento salva vita, considerato che offre l’opportunità di inviare una richiesta di aiuto insieme alla stessa propria posizione geografica. Lo stesso bracciale, inoltre, emette al momento una sirena d’allarme.
L’idea del braccialetto anti violenza, nasce a Milano, con il prodotto specifico WinLet. All’apparenza lo strumento appare come un comunissimo smartwatch. Il funzionamento è legato a una specifica formula che prevede l’attivazione di una sirena che emette un suono superiore ai 110 decibel. Tre tocchi sullo schermo danno vita alla specifica operazione. La seconda azione è la chiamata fino a centro contatti selezionati attraverso la specifica app.
L’ideatore del dispositivo è Paolo Montali, 38enne, originario di Parma. “Milano è la città che vede il maggior numero di acquisti di WinLet”, ha dichiarato lo stesso Montali in merito alla notizia delle numerose vendite del prodotto da lui ideato. Studi alla Bocconi ed esperienze lavorative a Londra e in Olanda.
Il prodotto nasce dopo una attenta fase di ricerca. Il tentativo di offrire a numerose donne la possibilità di richiamare l’attenzione con la specifica sirena e di avvisare contatti pre selezionati in caso di violenza. Il tutto è chiaramente immaginato anche per i casi di violenza domestica. Un altro specifico e prezioso elemento è quello che consente di inviare messaggi d’allarme in modalità assolutamente silenziosa.
Il braccialetto è acquistabile esclusivamente online. Secondo una specifica statistica associata al prodotto è stato stimato che lo strumento in questione potrebbe consentire la denuncia di almeno dieci situazioni rischiose in un mese. Il fine di questa operazione è chiaramente quello di far vivere alle donne una situazione molto più serena, sentendosi tranquille di poter far scattare l’allarme in caso di violenza. Una tranquillità, certo relativa. Certe cose non dovrebbero mai nemmeno essere immaginate.
Una idea assolutamente innovativa in difesa di milioni di donne che ogni giorno rischiano di restare vittime di violenza domestica e non solo. La soluzione, al momento potrebbe essere questa, sperando che in futuro non ci si più bisogno di tali specifici potenziali protezioni.
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